Pubblicato il 27 Mag, 2022
In Primo Piano, XIX Congresso – Primo piano
“Il tema della legalità è centrale, per non dire decisivo, per la qualità della vita pubblica del nostro Paese, per la “salute” della nostra democrazia, e della nostra economia. Bisogna quindi continuare a perseguire i mafiosi e farlo con sempre maggiori risorse e volontà”.’ Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra a Roma introducendo la tavola rotonda su Legalità e lavoro nel corso della terza giornata del Congresso nazionale della Cisl a cui partecipano Maria Falcone, Luciana Lamorgese, ministro degli Interni, il prefetto Lamberto Giannini, Capo della polizia-direttore generale della Pubblica Sicurezza, Gianfranco Cavallo, Generale di Corpo di Armata dell’Arma dei Carabinieri, Paolo Borrometi, vice direttore Agi, pres Art.21.
“Come ha sottolineato il Presidente Mattarella nella partita tra Stato e anti-stato va sempre messo in chiaro che lo Stato alla fine deve vincere. Senza eccezioni”, ha sottolineato il leader Cisl. “Di fronte, in questa partita, sappiamo bene di avere avversari diversi rispetto ad un tempo. Mafie di tipo nuovo, che non indossano la coppola, ma il doppiopetto che nella crisi prosperano, estendendo il proprio controllo economico sulle imprese in crisi, portate a darsi in pasto a chi lentamente le stritola e le inserisce in sistemi integrati di produzione, distribuzione e consumo. In questo senso, è molto positivo il fatto che nella legge delega in materia di appalti pubblici venga reintrodotta l’obbligatorietà della clausola sociale. È una norma fortemente voluta dalla Cisl, che tutela lavoratrici e lavoratori, proteggendoli in particolare nei cambi di appalto.
Bisogna proseguire su questa strada, superando anche due gravi storture come quella del massimo ribasso e quella dell’aumento ormai esponenziale degli affidamenti diretti senza gara. Semplificazione e accelerazione dei tempi non devono significare deregulation, scarsa trasparenza, minore controllo e messa in un angolo della partecipazione. Si possono e si devono semplificare le procedure mantenendo regole basilari per la trasparenza degli appalti, la legalità e la centralità del lavoro e della persona. La via è quella della partecipazione sociale. Di Patti territoriali per la legalità e lo sviluppo ben raccordati a una visione nazionale. Ma presidiati ogni giorno dalle “sentinelle” della società civile. Affrancare le persone dalla paura e dal bisogno. Questo bisogna fare. Combattere le disparità sociali e territoriali. Riscattare allo sviluppo il Mezzogiorno. Realizzare infrastrutture materiali, digitali e sociali. Investire su sanità, scuola e pubblico impiego.
E su tutto, la risposta decisiva: il lavoro che contribuisce ad innalzare le difese immunitarie di legalità. Ed è l’istruzione, la “buona istruzione”, il modo migliore per tagliare l’erba sotto i piedi della cultura mafiosa. Anche per questo oggi avvieremo insieme alla Fondazione Falcone il progetto “Siamo Capaci!”, in cui ci impegniamo a costruire nelle scuole, sui territori, nei luoghi di lavoro percorsi di promozione della legalità. Nel momento in cui si gettano le basi della ricostruzione del Paese, riteniamo fondamentale rilanciare un messaggio forte che punti al risveglio delle coscienze civili, alla presenza di un pensiero etico diffuso, al maturare di una nuova generazione di donne e di uomini che ripudi l’indifferenza e scelga invece la partecipazione”.